Richiudere correttamente un SUP gonfiabile (Stand Up Paddle) è più di un semplice “arrotolare e via”. Farlo con metodo significa prolungarne la vita, evitare pieghe dannose, impedire la formazione di muffe e macchie di salino, conservare integri pad e pinne e, non ultimo, riuscire a far entrare tavola e accessori nella sacca senza lotte ogni volta. Un buon “rituale di chiusura” inizia già quando rientri a riva, continua con lo scarico dell’aria nella giusta sequenza e si conclude con uno stivaggio asciutto e ordinato. In questa guida trovi un percorso pratico, con accorgimenti da manuale e trucchi da spiaggia, valido per la maggior parte dei SUP gonfiabili in drop-stitch, con box pinna US box, slide-in o click-in.
Indice
- 1 Preparazione a terra: dove, come e con che cosa
- 2 Lo scarico dell’aria: velocità e controllo
- 3 Direzione di arrotolamento: perché partire dal naso
- 4 La tecnica del rotolo: stretto ma non stressato
- 5 Pinne: rimozione, pulizia e stivaggio
- 6 Gestire pad, maniglie, D-ring e accessori
- 7 Asciugatura e prevenzione della muffa
- 8 Sacca, cinghie e organizzazione
- 9 Rimessaggio a breve e lungo termine
- 10 Errori comuni e come evitarli
- 11 Piccoli guasti e riparazione
- 12 Adattare il metodo al tuo SUP e al tuo uso
- 13 Conclusioni
Preparazione a terra: dove, come e con che cosa
Appena esci dall’acqua, scegli una zona pulita e in ombra per l’operazione. Sabbia, sassolini e detriti sono i nemici di valvole, guarnizioni e pad: più ne tieni lontani, meno finiranno arrotolati nella tavola o nella sacca. Se hai un tappetino, un telo o la stessa sacca aperta, usali come superficie di lavoro. Prima di fare altro, rimuovi leash e pinne: il leash si sciacqua e si arrotola morbido, le pinne si smontano e si mettono subito in un sacchetto o nella tasca dedicata, insieme a viti, piastrine e perni. È un minuto ben speso che ti eviterà di cercare microferramenta in mezzo alla sabbia al prossimo giro.
Se hai navigato in mare, un risciacquo rapido con acqua dolce allontana salinità e sabbia dai pad, dai rail e dalla valvola. Non serve insistere con idropulitrici o getti troppo aggressivi, soprattutto vicino alle saldature: bastano una doccetta e, se necessario, una spugna morbida con un filo di sapone neutro. Più la tavola è pulita e meno abrasioni si accumuleranno nel tempo.
Lo scarico dell’aria: velocità e controllo
La maggior parte dei SUP ha la valvola nella zona di poppa. Porta la tavola con la valvola rivolta verso l’alto, asciuga la sede con un panno e, se il tappo è avvitato, svitalo. Premi delicatamente il pistoncino della valvola e ruotalo di un quarto di giro per bloccarlo in posizione “aperta”: sentirai l’aria uscire vigorosamente. Mantieni dita, capelli e qualsiasi oggetto lontani dal getto d’aria: è forte e può sollevare sabbia.
Se la tua pompa ha la modalità “deflate” (molte doppia azione la prevedono), collega il tubo allo scarico e usa la pompa per aspirare l’aria residua una volta che il grosso è uscito. Questo passaggio fa la differenza quando vuoi un rotolo compatto che entri facilmente in sacca, soprattutto nei climi freddi in cui il PVC resta un po’ più rigido.
Un consiglio semplice ma efficace: non avere fretta di iniziare a rollare nel momento in cui la valvola sibila al massimo. Lascia che la prima ondata d’aria scappi per 15–30 secondi; inizierai a lavorare su un volume già ridotto, con meno resistenza.
Direzione di arrotolamento: perché partire dal naso
Per spingere via l’aria residua con efficienza, arrotola dalla prua (naso) verso la poppa, cioè in direzione della valvola. In questo modo l’aria che resta davanti viene “spremuta” verso lo sfogo naturale. C’è un secondo motivo: nella poppa alloggiano spesso il box pinna, eventuali rinforzi o il kick-pad. Sono elementi più rigidi che mal sopportano pieghe nette. Arrivandoci per ultimi potrai “avvolgerli” con un giro più ampio e falso, senza costringerli in pieghe strette.
Stendi la tavola con il pad verso l’alto. Se desideri proteggere ulteriormente il pad, puoi appoggiare un telo sottile o un asciugamano sulla superficie, da includere nel rotolo: farà da strato scorrevole tra pad e PVC esterno, riducendo attrito e usura.
La tecnica del rotolo: stretto ma non stressato
Inizia a rotolare la prua su sé stessa con un fronte di 15–20 cm. Il primo giro è il più importante: prenditi il tempo di allinearlo dritto, senza “orecchie” o pieghe trasversali. Avanza con il rotolo mantenendo una pressione uniforme con le ginocchia o con gli avambracci, lavorando da centro verso i bordi per espellere l’aria. L’obiettivo è un cilindro compatto, non un “sigaro” schiacciato: un rotolo troppo stretto induce pieghe vive, uno troppo lasco non entra in sacca e si srotola.
Quando ti avvicini alla zona del box pinna, allenta di un nulla la pressione e “accompagna” il pezzo rigido dentro il rotolo. Non forzare mai una piega esattamente a metà del box: nel tempo potrebbe segnarsi. Se la tua tavola ha più box o inserti rigidi, trattali allo stesso modo: meglio distribuire la curva su un giro completo che spezzarla in due pieghe.
Arrivato alla poppa, troverai la valvola in posizione centrale o laterale. Assicurati che sia ancora in posizione di scarico; se usi la pompa in aspirazione, fai un paio di cicli finali con il tubo inserito per “sigillare” il lavoro. A questo punto puoi richiudere la valvola riportando il pistoncino in posizione “chiusa” e avvitare il tappo antipolvere.
Pinne: rimozione, pulizia e stivaggio
Le pinne vanno sempre rimosse prima di arrotolare. Sui sistemi slide-in, premi il clip e fai scorrere la pinna all’indietro; su US box allenta vite e piastrina e sfila la pinna dalla slitta. Sciacqua sedi e pinne, elimina sabbia e sale dalle guide e asciuga con un panno. Riponi subito pinne, viti, piastrine e clip nella busta o tasca dedicata. Un trucco per non perdere la piastrina US box (quel piccolo rettangolino metallico che ama sparire): infilarla su un cordino con moschettone e agganciarla a una zip della sacca.
Se possiedi pinne “click-in” a innesto rapido, controlla che le molle o i dentini non abbiano raccolto granelli. Un cotton fioc e una goccia d’acqua dolce risolvono impuntamenti alla prossima uscita.
Gestire pad, maniglie, D-ring e accessori
Il deck pad in EVA è robusto ma soffre pieghe troppo strette ripetute sempre negli stessi punti. Variando leggermente il punto di inizio del rotolo tra una uscita e l’altra eviti di segnare sempre la stessa “certa” linea. Le maniglie centrali e quelle di prua/poppa si appiattiscono naturalmente nel rotolo; se la centrale è molto spessa, posizionala in modo che cada in una “gola” del rotolo, non proprio sullo spigolo. I D-ring in acciaio o nylon vanno orientati verso l’interno, così non graffiano la superficie esterna durante il trasporto.
Se usi un supporto per action cam o un mount rigido, valuta di rimuoverlo prima di arrotolare o di proteggere l’area con una piccola pezza di neoprene: sono punti che creano spigoli e nel tempo possono segnare il PVC.
Asciugatura e prevenzione della muffa
Il grande nemico dei gonfiabili è l’umidità intrappolata. Anche un rotolo ben fatto, se chiuso bagnato, svilupperà aloni, odori e, nel peggiore dei casi, muffe che macchiano pad e tessuti. La regola d’oro: asciuga prima di chiudere definitivamente. Non sempre puoi attendere al sole finché tutto è secco; in tal caso, fai un rotolo “di servizio” per il rientro, poi a casa srotola, risciacqua se necessario, asciuga all’aria e ripeti l’arrotolamento “da conservazione”. Anche pochi minuti in più con panno in microfibra passato su pad, rails e carena fanno la differenza.
Per accelerare l’asciugatura, lascia la valvola aperta mentre il SUP è disteso: l’aria tiepida che circola dall’interno verso l’esterno asciuga più in fretta le microgocce intrappolate nel drop-stitch.
Sacca, cinghie e organizzazione
Una volta ottenuto un rotolo regolare, fissa con una o due cinghie in velcro o a fibbia. La cinghia non serve a “stritolare”: basta che impedisca al rotolo di aprirsi. Inserisci il cilindro nella sacca facendo scorrere la base del rotolo fino al fondo; se la sacca ha ruote, posiziona il lato più robusto in basso. Metti nelle tasche esterne o nei comparti dedicati pompa, tubo, pinne, leash, kit riparazioni e manuale. Tenere le pinne separate evita che spigoli e viti premano sul PVC.
Se fai fatica a chiudere la zip, non insistere comprimendo a forza: è segno che c’è ancora aria nel rotolo o che c’è qualcosa che sporge. Riapri, aspira l’aria residua con la pompa in “deflate”, ricontrolla l’allineamento del rotolo e riprova. Forzare le zip porta a rotture rapide e a sacche inutilizzabili.
Rimessaggio a breve e lungo termine
Per il rimessaggio di qualche giorno o settimana, va bene tenere il SUP arrotolato nella sacca, in luogo asciutto, fresco e al riparo dal sole diretto. Evita portabagagli o bauli auto arroventati: il calore prolungato ammorbidisce il PVC e può farlo “stampare” sulle pieghe. Per il lungo periodo (stagione invernale), l’ideale è una conservazione pulita, completamente asciutta e a bassa stress meccanico. Se hai spazio, molti produttori consigliano di stoccare il SUP leggermente gonfio (per esempio 3–5 PSI), disteso e sollevato da terra, così l’aria interna distende i tessuti e riduce il formarsi di pieghe. In alternativa, puoi lasciarlo arrotolato ma allentando le cinghie e cambiando ogni tanto il punto di piega.
Non appoggiare oggetti pesanti sopra la sacca: a lungo andare il pad e il drop-stitch possono segnarsi. Controlla ogni tanto che non si formi condensa all’interno della sacca e, se percepisci odori di umido, srotola e arieggia.
Errori comuni e come evitarli
Le pieghe “a spigolo” sul box pinna sono tra le cause più frequenti di segni permanenti: ricordati di accompagnare il pezzo rigido, non di piegarlo. Un altro errore è arrotolare dalla poppa verso prua quando la valvola è a poppa: così l’aria resta intrappolata e il rotolo diventa voluminoso senza motivo. Evita di lasciare sabbia e sale nel rotolo: sono abrasivi e, col tempo, rovinano pad e tessuti. Non usare detergenti aggressivi o solventi: indeboliscono il PVC e i collanti delle saldature. Non riporre il SUP bagnato: è la causa numero uno di muffe e odori. Infine, non stringere le cinghie come se dovessi imballare un baule: la compressione eccessiva non è necessaria e può far “stampare” la trama del drop-stitch.
Piccoli guasti e riparazione
Durante la chiusura puoi accorgerti di microabrasioni o graffi. Avere a portata di mano il prodotto di riparazione con patch e colla è utile: piccole toppe applicate su superficie pulita e asciutta risolvono rapidamente segni estetici e microperdite. La valvola va trattata con cura: non aprirla e chiuderla compulsivamente con la chiave in dotazione se non serve; quella chiave è per manutenzione, non per l’uso quotidiano. Se noti sfiati dalla valvola anche da chiusa, un leggero serraggio a tavola sgonfia può risolvere; se persiste, valuta una guarnizione nuova.
Adattare il metodo al tuo SUP e al tuo uso
Non tutti i SUP gonfiabili sono identici. I modelli con pad spessi, kick-pad pronunciati o box pinna maggiorati richiedono un rotolo leggermente più ampio nella zona poppa; alcuni brand indicano punti di piega consigliati nelle istruzioni. Le tavole più corte o i modelli “touring” con bagagli anteriori hanno cinghie o D-ring che vanno orientati correttamente nel rotolo per non sporgere. Se viaggi spesso in aereo, lavorare su un rotolo compatto e pulito, con pinne e minuteria raccolte in una pochette, velocizza i controlli; un piccolo nastro in velcro in più può mantenere la forma anche dopo aperture e ispezioni.
Conclusioni
Richiudere un SUP gonfiabile senza stress è questione di sequenza e attenzione ai dettagli: smontare pinne e leash, sciacquare e asciugare, aprire la valvola e lasciare sfogare l’aria, arrotolare dalla prua verso la poppa accompagnando gli elementi rigidi, espellere l’aria residua con la pompa, fissare con cinghie morbide e riporre in sacca con accessori ordinati. Dietro questa routine c’è la cura del materiale: meno sabbia e sale accumuli, meno pieghe vive crei, più a lungo la tavola resterà efficiente, bella e pronta a gonfiarsi al prossimo giro senza pieghe ribelli. Con un po’ di pratica, tutto il processo richiede pochi minuti e diventa una chiusura naturale delle tue uscite: lo schermo finale di una sessione che si conclude bene, e l’apertura comoda della prossima.