L’insetto altamente polifago attacca diverse piante da frutto (Albicocco, Ciliegio, Susino, Melo, Pero, Nespolo, Sorbo, Cotogno, Nocciolo, Castagno, Ribes, Uva spina), piante forestali (con una predilezione per la Quercia) come Faggio, Ippocastano, Olmo, Pioppo, Tiglio, Ontano, Frassino.
I danni sono procurati dalle larve, che penetrano nelle gemme prossima alla schiusa, nei fiori che vengono perforati, nei germogli, nelle foglie dove procurano lesioni internervali lasciando il lembo bucherellato, sui frutti dove provocano erosioni che talvolta possono raggiungere il seme (Ciliegio).
Gli adulti volano nel tardo autunno oppure in pieno inverno ma si possono avere dei voli anche in febbraio-marzo.
Le femmine al crepuscolo si arrampicano sul tronco e salgono verso la parte più alta della chioma dove avviene l’accoppiamento e vengono fecondate.
Avvenuta la fecondazione le femmine depongono le uova in modo isolato o a gruppi di 2 o 3 alla base delle gemme, nelle screpolature del tronco o dei rami. Le larve nascono normalmente alla ripresa vegetativa o comunque sempre quando la temperatura e sopra lo zero.
Le larve, appese a dei fili sericei, si lasciano cadere sui rami sottostanti o vengono trasportate dal vento sulle piante vicine.
Dopo aver raggiunto la maturità (maggio o giugno) si lasciano cadere al suolo per poi interrarsi a 15-25 cm di profondità dove si incrisalidano entro un bozzolo sericeo.
La lotta viene condotta quando l’infestazione non raggiunge livelli elevati, collocando una fascia attorno al tronco e cospargendola di colla per topi in maniera che le femmine che fuoriescono dal terreno, per risalire il tronco, rimangono invischiate. A fine inverno si toglierà la fascia e si spazzolerà con cura il tronco nelle adiacenze della stessa.
Trattamenti con Bacillus thuringiensis possono essere utili nelle pomacee in caso di forti infestazioni post fiorali.