La Lymantria, diffusa in tutte le regioni italiane, è un insetto altamente polifago ed attacca diversi tipi di piante con una forte predilezione per le querce.
Infesta piante da frutto come pero, melo, pesco, albicocco, susino, ciliegio; forestali come ontano, tiglio, ippocastano, acero, faggio, carpino, platano, castagno, pioppo ecc.
Gli adulti volano generalmente verso la metà di luglio e possono protrarre il volo sino a settembre. Le femmine, che non volano, vengono raggiunte dai maschi (ottimi volatori) e fecondate; appena fecondate iniziano a deporre le uova in una ovoplacca che ne può comprendere da 200 a 800.
Le uova vengono deposte generalmente sul lato sud-est del tronco, ma si possono rinvenire anche sui sassi, muri, cartoni ecc.
Le larve nascono dopo 20-40 giorni e rimangono chiuse nel loro guscio per trascorrere l’inverno in diapausa. Alla ripresa vegetativa le larvette fuoriescono dal loro guscio e rimangono in piccoli gruppi riparate nelle anfrattuosità della corteccia. Si calano nel vuoto appese ad un filo sericeo e grazie alle speciali setole aerostatiche, che aumentano la superficie nell’aria, vengono trasportate dal vento anche a diversi chilometri di distanza, iniziando così una nuova infestazione.
Le larve raggiungono la maturità dopo 4 mute per i maschi e 5 mute per le femmine, poi si incrisalidano nella corteccia del tronco o tra i resti della vegetazione per diventare adulti dopo 15-20 giorni.
I danni più ingenti sono provocati nei boschi di roverella, mentre sui frutti gli attacchi sono meno frequenti.
Le infestazioni si ripetono ogni 5-10 anni essendo influenzate dalle condizioni ambientali, dai nemici naturali, dalla diminuita fecondità delle femmine e dalla morte per fame delle larve quando esauriscono il cibo prima che il loro sviluppo sia terminato.
La lotta all’insetto nei boschi è sconsigliata per non turbare l’equilibrio biologico; nei frutteti l’intervento e consigliato solo se strettamente necessario e con prodotti impiegati nella lotta contro i lepidotteri; su piante di interesse ornamentale o paesaggistico si può intervenire con il Bacillus thuringiensis var. Kurstaki che da garanzia di essere selettivo verso gli ausiliari, oppure dove non è ammesso, con Diflubenzuron, Carbaryl o Teflubenzuron.